l latino cantus, derivato del verbo canere, cantare, ha dato origine al
nostro canto, vocabolo del quale si trovano le prime
attestazioni nel XIII secolo. Con canto si indica innanzi tutto la modulazione della voce che, come uno strumento musicale, passa da
una nota allaltra della
scala dei suoni seguendo per
lo più una misura
ritmica e una o più tonalità.
Più in particolare il canto è linterpretazione vocale della musica; latto,
il modo di cantare. Con questo significato di arte del cantare il vocabolo
è usato già dal Boccaccio.
Nel canto le voci
umane si distinguono in maschili, femminili e bianche; queste ultime sono le voci dei
bambini e dei ragazzi fino a tredici o quattordici anni.
Le voci maschili, dalla più acuta alla più grave, sono il tenore, il baritono e il
basso; le voci femminili, sempre dalla più alta alla più bassa, comprendono il soprano,
il mezzosoprano e il contralto.
Il canto è stata una delle prima espressioni musicali delluomo e alle origini
veniva praticato senza accompagnamento musicale.
Così accadeva ancora nelle prime comunità cristiane, in quanto gli strumenti, usati
per accompagnare le danze
profane erano ritenuti indegni dei luoghi di preghiera.
In queste comunità, dalla fusione e dalla trasformazione delle tradizioni musicali ebraica e greca,
nasce quel patrimonio musicale liturgico che verrà raccolto per iniziativa di papa
Gregorio Magno.
Si tratta del canto gregoriano della chiesa romana, il
quale è: monodico, corale, diatonico e dotato di ritmo libero.
Dal canto gregoriano differisce, per la maggiore ricchezza di accenti ritmici, il canto ambrosiano, ancor oggi praticato dalla chiesa milanese.
Questi due canti eserciteranno per secoli uninfluenza profonda anche sulla musica profana.
Col passare del tempo e con la nascita della polifonia cambia il modo di cantare; non
si ha più un coro che esegue il canto in una singola tonalità, ma si usano più
tonalità, fuse tra loro secondo le leggi
dellarmonia musicale.
Il vocabolo canto possiede inoltre significati particolari; indica infatti: la parte vocale di una composizione vocale - strumentale; la parte a
cui è affidata lesecuzione della melodia in una composizione anche solo
strumentale; il suono di uno
strumento musicale.
In letteratura il canto è una poesia lirica. Inizialmente
infatti la poesia
era destinata al canto, accompagnato da strumenti musicali. Una delle forme più diffuse
dellantica lirica romanza è infatti la canzone.
In Dante, canto, oltre a indicare il movimento della voce umana e un componimento
poetico, indica ciascuna delle parti in cui si divide ogni cantica
della Divina Commedia.
Canti carnascialeschi, erano componimenti cantati con un
accompagnamento musicale nel periodo del carnevale. Era così intitolata unopera poetica di Lorenzo il
Magnifico.
Con canto si indica anche la parte esteticamente più alta
e perfetta di unopera letteraria: il canto purissimo di
Leopardi, si dice.
In senso traslato sintende con canto del cigno lultima
e la più alta opera o azione compiuta da qualcuno, specialmente da un artista; infatti,
secondo la leggenda, il cigno prima di morire eleva il suo canto più melodioso.
Si usa il vocabolo canto anche per indicare i versi di alcuni
uccelli: il canto dellusignolo. Con lespressione il canto del gallo si indica lalba.
Tra i proverbi legati al vocabolo in questione ricordiamo: oggi in pianto, domani in
canto, cioè a un dolore
succede fatalmente una gioia.
LEGENDA
